Un po’ alla volta il gruppo si fece conoscere da tutti, inserendosi sempre più nel contesto della vita parrocchiale. Ricordiamo ad esempio il suo contributo per alcuni anni nella gestione del cinema, nell’animazione della sagra, allora gestita dalla parrocchia, con l’organizzazione di giochi e portando in paese i primi stands gastronomici con polenta e pesce fritto e la vendita di angurie e granatine nello spazio esterno all’asilo parrocchiale.
La novità e il fermento del gruppo non potevano che far nascere, sin dall’inizio, l’idea di una proposta analoga anche per le ragazze. Non ci volle molto a rendere concreta l’idea visto che nel 1974, quando a livello nazionale l’ASCI (associazione scautistica maschile) e l’AGI (associazione scautistica femminile) si univano in una unica associazione (l’attuale AGESCI) anche Robegano ebbe una squadriglia femminile, di “guide” seguite da due capo al quale va il grande merito di aver tenuto duro in un periodo non ancora favorevole ad attività che impegnavano le ragazze fuori da certi ambiti quali il catechismo o le riunioni parrocchiali.
È comunque grazie alla volontà dei capi i quali, oltre al lavoro con i ragazzi, coltivarono anche la propria formazione personale affrontando l’iter di formazione capi proposto dall’associazione, che in questo periodo, dal 1974 al 1977, il gruppo ebbe una crescita continua arrivando nell’anno scout 1975 ad allargare la proposta anche ai bambini dagli 8 agli Il anni con la costituzione del “branco lupetti”.
Crediamo sia importante sottolineare come, in questo periodo, il gruppo, oltre a crescere dal punto di vista numerico, abbia cercato di qualificare la sua proposta educativa uscendo dal proprio orticello e confrontandosi con altre realtà, anche attraverso la partecipazione ad eventi associativi. Vogliamo ricordare, in particolare, la partecipazione del noviziato clan, allora composto da giovani tra i sedici e diciotto anni, alla Route Nazionale di La Mandria (TG), la quale, con lo slogan “Costruiamo il nostro tempo”, appare significativa della realtà giovanile di quegli anni, carica di idealità e di voglia di cambiare il mondo.
La voglia di confrontarsi con i grandi problemi fu una caratteristica del noviziato – clan negli anni 1975/76 il quale si rese promotore di parecchie iniziative di tipo social e culturale quali il cineforum, l’impegno in un giornalino parrocchiale, una mostra sui problemi giovanili, il tentativo di creare una biblioteca, la posa di cestini per i rifiuti, costruiti artigianalmente con bidoni colorati, nel centro del paese.
Ma le cose stavano già cambiando, sia nel gruppo che nella realtà di Robegano. Nel 1975 Don Antonio lasciò il nostro paese e alla nostra parrocchia non fu più assegnato, per carenza di preti, un cappellano.