Il gruppo aveva comunque, nei primi anni ’80, ben assimilato il metodo scout nelle varie branche, consentendo l’avvio di dinamiche che assicuravano un buon andamento delle attività e l’impegno dei ragazzi.
La particolare competenza di qualche capo diede al gruppo, in questa seconda metà degli anni ottanta, la soddisfazione di esprimere un servizio all’associazione a livello di zona e, contemporaneamente, di registrare l’ingresso di nuovi capi provenienti dall’iter associativo, ovvero dall’esperienza in reparto e in clan, espressione significativa della capacità del gruppo di rendersi autonomo nella formazione e nella resa disponibile di nuove risorse educative.
In una Robegano ormai in radicale trasformazione nell’assetto urbanistico e nei rapporti sociali, il lavoro della comunità capi fu quello di recuperare ed agganciare continuamente, nelle proposte ai ragazzi e nelle occasioni di formazione permanente, i valori fondamentali della persona e la necessità di un suo impegno all’interno della propria comunità.
Quello della comunità capi, nella convinzione che un capo può testimoniare solo ciò di cui ha fatto esperienza, fu un continuo divenire, un cammino, seppur non facile, costruito con lo studio e l’appropriazione di riferimenti importanti quali, ad esempio, i documenti dei Vescovi della CEI “Comunione e comunità” o “Il Giorno del Signore” e con la partecipazione dei capi ai campi scuola per la loro formazione.
Molti dei capi vennero chiamati anche a dare il proprio contributo in varie attività parrocchiali e la presenza del gruppo nel Consiglio Pastorale Parrocchiale fu sicuramente tra le più convinte ed impegnate nel portare la propria sensibilità.
L’apertura alla comunità parrocchiale è stato sicuramente uno degli elementi più importanti che ha caratterizzato questo periodo, frutto dì un senso dì appartenenza alla Chiesa acquisito dalla comunità capì.
Nelle attività specifiche della proposta scout occorre sottolineare l’appropriazione del linguaggio simbolico soprattutto nei campeggi estivi, caratteristica particolare del metodo scout dalle sue origini.
Il clan nel 1986 vive con entusiasmo la route nazionale dei Piani di Pezza, “Pronti a partire, le scelte per un mondo che cambia”, dove incontra memorabilmente anche il Papa e; come branca R/S, sempre in questi anni, inizia un cammino di sensibilità nei confronti dell’emarginazione vivendo importanti esperienze di confronto e aiuto a comunità dì extracomunitari e di recupero ex-tossicodipendenti, costruendo rapporti significativi e duraturi nel tempo.