Con il passare degli anni, è diventato sempre più difficile formulare una proposta educativa che, coinvolgendo ed entusiasmando i ragazzi, potesse, nel frattempo, rispondere alle loro vere esigenze.
Un ostacolo in più, alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90, è stato rappresentato da un riflusso nel privato e da famiglie sempre più interessate a dare “cose” ai figli ma meno interessate al fatto educativo.
Altro fatto importante emerso in quest’epoca è stato il crollo dei modelli tradizionali di famiglia con l’affermarsi di un rapporto diverso tra genitori e figli, accomodante e tendente ad evitare ogni conflitto.
La comunità capi ha cercato di darsi una visione globale di questa realtà e di rendere l’azione educativa mirata alle esigenze dei ragazzi, qualificata e continuativa attraverso lo strumento del progetto educativo. Il primo vero progetto educativo, inteso anche come documento scritto, ha inteso impostare l’azione educativa nel triennio 89/90 – 91/92, per tutte le tre branche, su quattro obiettivi educativi:
– educare a dare un senso alle cose;
– educare al primato della persona;
– educare a far strada con gli altri;
– educare al senso di Dio.
Sempre nel suddetto progetto educativo i capi ribadivano l’importanza della loro formazione per essere testimoni, la necessità di incontrare e parlare con i genitori anche attraverso appositi incontri su tematiche educative, l’importanza di mantenere forte la partecipazione alla vita della parrocchia, la collaborazione con altri gruppi e un’apertura, ove possibile, al territorio in termini educativi.
È stato un periodo caratterizzato da esperienze molto forti da parte dei ragazzi e dei capi, basta pensare all’incontro del reparto con il Papa Giovanni Paolo II a Lorenzago durante il campeggio estivo, la partecipazione del reparto nell’anno seguente all’evento nazionale “Alisei” con il campeggio a Redona in provincia di Bergamo, la route regionale per i capi nel 1989.
Per quanto riguarda i capi, il nostro gruppo è diventato significativo a livello di zona esprimendo dei capi in un servizio associativo che sicuramente è stato anche uno stimolo per una crescita dell’intera comunità capi.