Nel rivedere e rinnovare il proprio progetto educativo per il periodo ’93 – ’96, la comunità capi rileva, tra le principali problematiche dei primi anni novanta, la difficoltà di rapporti tra le persone dovuta anche dall’incremento demografico, una chiusura sempre più forte nel privato, un benessere generalizzato che crea superficialità e indifferenza, e che allontana le persone dai valori cristiani, il venir meno del senso del bene comune, una cultura televisiva, una difficoltà nei ragazzi di far fatica, un appagamento per il possesso di cose materiali, una mancanza di testimonianza di fede negli adulti, una famiglia non più di riferimento che delega sempre più spesso l’educazione dei figli, la necessità di individuare nuovi percorsi per favorire una partecipazione dei ragazzi e giovani alla vita parrocchiale.
Rispetto a questa realtà ha individuato, quali priorità educative, la necessità di rispondere ai bisogni di identità, di legami, di Dio, e su queste ha costruito le attività per i ragazzi.
Oltre a confermare gli impegni nei confronti della parrocchia, questo periodo è significativo nella storia del gruppo per la sua apertura al territorio con la collaborazione data all’Amministrazione comunale nell’ambito dei progetti giovane con l’animazione di centri aggregazione e offrendo l’opportunità di supporto scolastico a ragazzi in difficoltà, questo grazie al servizio reso dai ragazzi della branca R/S, in questi anni particolarmente numerosa.
Due eventi sicuramente significativi sono stati nel 1993 il campo di gruppo “Costruiamo ciò che vale” vissuto a Lentiai, al termine del progetto educativo triennale e in concomitanza del 20° anno di attività, e nel 1997 la Route Nazionale delle comunità capi, in Campania, dove l’associazione ha voluto rileggere la realtà sociale e associativa per rilanciare la sfida educativa ai prossimi anni.